Léa dedicata a Chéri, di Colette

mercoledì 1 dicembre 2010

LA CERIMONIA DEL MASSAGGIO, di Alan Bennett (2001) Adelphi





Perché la cerimonia del massaggio? Perché in questo breve gioiello inglese il protagonista è il cadavere di un massaggiatore, Clive. E perché la cerimonia funebre viene recitata da un sacerdote, padre Geoffrey, peraltro un tempo suo amante segreto. Eppure questo funerale non sembra essere altro che un pretesto per soffermarsi su una miriade di personaggi diversi, nonché sconosciuti tra di loro che tuttavia conoscevano Clive e che si ritrovano a disquisire su di lui diversamente. Clive, sembra chiaro, doveva fare il massaggiatore più per passione che per bisogno, non a caso i suoi massaggi proseguivano con pratiche sessuali. Questo funerale diventa allora il tempo in cui numerosi personaggi si incontrano pur scontrandosi notevolmente con la chiesa: ecco che il lettore si imbatte in alcuni di loro che con estrema nonchalance riescono a scambiare un’acquasantiera per un posacenere. Lo scenario mantenendo sempre una parvenza di compostezza che ha molto del borghese diventa affascinante per un editore, presente alla cerimonia con una scrittrice che conosceva il defunto e che decide di scriverne un libro. E diventa una cerimonia curiosa perché durante la celebrazione una donna reputa opportuno condividere con il resto dei presenti “il tocco corroborante” di Clive e perché a poco a poco si scopre che il massaggiatore stesso in vita veniva chiamato in differenti modi: una donna lo chiamava Philip, ”perché Philip –ammette – è come lui si sentiva dentro”. Un altro lo chiamava Bunny, Tobis, Alex e perfino Denis, Max… E senza capire esattamente il come e il perché Bennett ci condurrà in un funerale in cui si arriverà persino a parlare dell’omosessualità di Clive, di Aids e davanti agli occhi di una zia seppur di ampie vedute.
Dopo Nudi e crudi (1996) Alan Bennett riesce ancora a far ridere. Ma questa volta durante un funerale, situazione decisamente poco ilare e mantenendo sempre uno sguardo pungente nei confronti del borghese.

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